Incremento del costo dello svapo




Negli ultimi anni, l’universo dello svapo ha visto un’impennata nei costi che ricorda l’ascesa vertiginosa del Bitcoin. Proprio come la criptovaluta che ha stupito il mondo per il suo valore altalenante, il mondo dello svapo si sta trasformando in un hobby sempre più costoso, spinto da aumenti inaspettati su ogni componente essenziale.

Aromi e liquidi: un lusso quotidiano
Un tempo accessibili e vari, gli aromi per le sigarette elettroniche hanno subito un aumento vertiginoso. Non si tratta solo del prezzo delle materie prime, ma di tasse e regolamentazioni sempre più stringenti, che in Italia hanno portato a rincari che scoraggiano anche i più appassionati. L’imposta sul consumo dei liquidi, introdotta per equiparare lo svapo al fumo tradizionale, ha reso i costi proibitivi per molti.

Atomizzatori e drip tip: accessori inarrivabili
Non sono solo i liquidi a pesare sul portafoglio. Anche atomizzatori, coil e persino piccoli componenti come i drip tip vedono prezzi in continua crescita. La domanda di innovazioni tecnologiche e la dipendenza da fornitori internazionali, spesso soggetti a problemi logistici, hanno reso questi accessori oggetti quasi di lusso.

L’ombra delle tasse
L’incremento dei costi non è casuale, ma spesso guidato da politiche fiscali aggressive. L’obiettivo è chiaro: disincentivare l’uso della sigaretta elettronica, equiparandola al tabacco tradizionale. Il risultato? Un mercato in crisi che rischia di perdere consumatori in favore di alternative meno sicure o meno costose.

Svapare diventa un investimento
Proprio come acquistare un Bitcoin nei giorni di massima valutazione, oggi dedicarsi allo svapo richiede un investimento considerevole. Ma a differenza della criptovaluta, il ritorno economico è nullo, mentre a crescere sono solo i costi per i consumatori. Per molti, svapare sta diventando un’abitudine insostenibile, lasciando dietro di sé una domanda: siamo davvero sulla strada giusta?

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